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Aspetti strategici

A fronte della ricchezza di ecosistemi e biodiversità, l'area di progetto è interessata da attività antropiche di rilevante valore economico, come l'allevamento e il turismo. Proprio a tali attività, in virtù dell'alto valore ambientale delle praterie, si legano i principali aspetti strategici del progetto.
 
Insufficiente regolamentazione dei flussi di bestiame e utilizzo non omogeneo del territorio
L'insufficiente disponibilità di punti d'abbeverata fa sì che il bestiame si concentri soprattutto in alcune aree, mentre altre sono poco o affatto utilizzate. Nelle zone con sovrappascolo sono evidenti fenomeni erosivi talvolta gravi, con eliminazione del cotico erboso e perdita di suolo (desertificazione), mentre le aree inutilizzate evolvono dinamicamente verso forme floristiche diverse e più omogenee riducendosi in biodiversità e determinando la perdita di ambienti favorevoli a specie faunistiche importanti, come nel caso delle macchie di pascolo negli habitat di ginepro, necessarie per la sopravvivenza della vipera dell'Orsini.
Tale problematica è rafforzata da un corollario di problemi specifici, quali l'insufficienza di infrastrutture di pascolo: stazzi, ricoveri, aree recintate e abbeveratoi. In particolare, la scarsità di questi ultimi induce il bestiame a dissetarsi presso i laghetti d'alta quota, con gravi conseguenze per l'habitat 3150 che ospita la popolazione di tritone crestato.
All'insufficienza delle infrastrutture per il pascolo si somma a livello locale la percezione di una conflittualità territoriale tra Allevatori, Amministrazioni Comunali e Parco. Un problema analizzato efficacemente dall'Ente nel corso del precedente progetto life "Ex-Tra", la cui intensa attività di concertazione ha messo in luce un quadro articolato di consensi ed attese, che coinvolge aspetti burocratici e normativi ma anche concretamente legati alla gestione delle aree di pascolo.

L'impatto del turismo
Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e segnatamente l'area di Campo Imperatore, con le cime più alte della catena del Gran Sasso, è una delle aree di maggiore attrazione turistica dell'Italia Centrale. Qui il turismo è essenzialmente di due tipi: l'escursionismo a piedi e il turismo su strada. Il primo registra un flusso di circa 30.000 persone all'anno e comporta  la frequentazione intensa di alcuni sentieri che vanno di conseguenza soggetti a forte erosione, come ad esempio le Vie Normali al Corno Grande, ma anche di alcune zone particolarmente amate dai turisti, come Fonte Vetica, che subiscono significative pressioni sulle praterie, con problematiche che si riflettono sul mantenimento degli habitat ed in termini di disturbo a specie quali il camoscio e la vipera dell'Orsini.
Un forte impatto è determinato dal turismo su strada, che si manifesta principalmente in corrispondenza delle vie che attraversano l'altopiano e di aree tradizionalmente adibite a ristoro. Gli autoveicoli occupano talvolta le carreggiate e le praterie circostanti, anche su vaste aree danneggiando le superfici. La realizzazione del progetto terrà dunque in debito le problematiche descritte creando le infrastrutture necessarie a gestire al meglio il flusso dei visitatori.
Auto parcheggiata sui prati
 
Rivendita delle carni
 
Area pic-nic
 
Escursionisti sui sentieri
 
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