Le praterie del Parco, soprattutto sull'altipiano di Campo Imperatore, storicamente sono teatro dell'allevamento estensivo di ovini, caprini, bovini ed equini, pratica che in passato ha apportato ricchezza alle comunità della montagna e che rappresenta a tutt'oggi una delle più significative realtà produttive del Parco. La sostenibilità ed il mantenimento di tali pratiche secolari, tuttavia, sono strettamente collegati alla conservazione del buono stato delle praterie e all'adozione di adeguate modalità di conduzione del pascolo.

Alcune aree subiscono forme di sovraccarico, per la concentrazione del bestiame intorno ai punti d'acqua, mentre nelle aree distanti dall'acqua le praterie evolvono naturalmente, con aumento di alcune specie erbacee a discapito di altre. Analogamente,  la crisi dell'allevamento estensivo, causando l'abbandono dei pascoli, porta ad una perdita di biodiversità e alla conseguente riduzione degli habitat.

L'armonizzazione delle pratiche di pascolo in queste aree, di elevato valore ambientale, è  uno dei capisaldi strategici del progetto e, a tal fine, numerose sono le azioni previste,  a partire dalla creazione di un geo - data base relativo all'utilizzo del suolo e alle aree danneggiate, onde realizzare interventi mirati, e l'apertura di un canale di dialogo e di confronto con i portatori d'interesse, per condividere le azioni e gli obiettivi del progetto, nel quadro della conservazione della biodiversità delle praterie e di un loro utilizzo sostenibile.