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Attività di concertazione - Azioni C3 e D2

Ottimizzazione della gestione dei pascoli

Di cruciale importanza ai fini della realizzazione degli obiettivi del progetto, questa azione prevede attività di concertazione all'interno di un processo di negoziazione partecipato, finalizzato all'ottimizzazione dei piani di gestione del pascolo. In tale ambito saranno organizzati degli incontri con le amministrazioni dei nove comuni coinvolti dal progetto, per l'elaborazione di piani di pascolo armonizzati, ridurre le tensioni e le conflittualità e aumentare la consapevolezza dei miglioramenti ambientali ed economici apportati da un'adeguata conduzione del bestiame.

Il precedente progetto LIFE Ex-Tra (LIFE/NAT/IT/000502) "Improving the conditions for large carnivores conservation - a transfer of best practices", di cui l'Ente Parco Nazionale Gran Sasso - Laga è stato beneficiario, ha messo in evidenza, tramite le attività di concertazione  sviluppate, un quadro articolato di consensi, aspettative e conflitti. In generale gli allevatori sostengono che il Parco non tenga sufficientemente in conto la difficoltà complessiva che essi riscontrano per portare avanti la loro attività, anche per la scarsa valorizzazione dei prodotti tipici originati delle loro aziende.

Uno dei motivi principali di scontento risiede nei problemi normativi che limitano l'accesso dei pastori alle provvidenze finanziarie del PSR. Il più significativo è rappresentato dallo strumento della fida pascoli, con il quale vengono fruite le terre collettive e i demani pubblici. Questo regolamento non si confà alle prescrizioni del PSR in quanto, avendo carattere temporaneo e spesso a favore di più soggetti, non permette l'assunzione di impegni pluriennali da parte dell'operatore come previsto dalle normative comunitarie.

In aggiunta, in gran parte del territorio del Parco la distribuzione dei pascoli collettivi gestiti da Comuni o Ammnistrazioni Separate Beni di uso Civico, è ignota. Pertanto non si ha un'idea chiara dei confini delle aree pascolabili. Questo acuisce i conflitti ambientali che assumono veste giuridica e amministrativi tra gli allevatori e i comuni; così il pascolo resta incontrollato e mal gestito a danno degli habitat considerati. Infatti questo causa un alternarsi di zone sotto pascolate e sovra pascolate, e in casi estremi l'abbandono delle attività pastorali.

Con l'applicazione di un regolamento armonizzato per l'uso dei pascoli i Comuni, le Amministrazioni Separate e i fruitori dei beni di uso civico si avvantaggeranno di regole comuni e condivise, in un'ottica di semplificazione burocratica, oltre che di miglioramento della gestione delle praterie, intese come bene comune da bene amministrare per le future generazioni.

I risultati dell'azione saranno oggetto di puntuale verifica attraverso l'azione D2 relativa al monitoraggio dello stato di applicazione dei piani di pascolo da parte dei nove comuni.

Report degli incontri territoriali

 
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