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Home » News » » » » » N. 1 Gennaio 2014

Buone pratiche di ascolto e di risposta ai fabbisogni d'acqua

Il progetto aspira a mitigare il problema dell'approvvigionamento idrico per gli allevamenti in quota, salvaguardando l'habitat dei laghetti in quota

La migliore organizzazione dei punti d'abbeverata per il bestiame al pascolo rappresenta un elemento cardine della strategia di intervento strutturale sostenibile del progetto "Praterie". Una strategia che, tenendo in debita considerazione, ed anzi avvalorando le legittime esigenze degli utilizzatori primari, consente allo stesso tempo la piena realizzazione degli obiettivi del progetto, in particolare in merito alla tutela dell'habitat 3150 - Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo Magnopotamion o Hydrocharition, habitat che nel Parco Gran Sasso - Laga è legato alla conservazione della specie minacciata di Tritone crestato.

La progettazione degli interventi a garanzia di un'adeguata distribuzione dei punti d'abbeverata, tenendo conto delle risorse economiche disponibili, prevede la recinzione di tre laghetti d'alta quota, con la contestuale realizzazione o ristrutturazione e ampliamento di altrettanti di abbeveratoi, e la ristrutturazione di quattro fontanili tra quelli esistenti, secondo una scala di priorità che costituisce la migliore sintesi tra le esigenze di tutela incarnate dall'Ente Parco ed i fabbisogni espressi dagli allevatori.

Già a partire dalla primavera 2014, saranno anticipati i progetti pilota su uno dei laghetti e su un fontanile, in modo da sperimentare e validare le tecniche da applicare poi anche negli altri interventi.  Lago di Pietranzoni o Lagone, Lago Racollo e lago della Fossa di Paganica sono i tre laghetti in alta quota individuati come luogo di intervento prioritario in ordine alla tutela dell'habitat, ma anche per l'oggettiva importanza che rivestono nella geografia complessiva del pascolo nell'area di progetto, quale fonte di approvvigionamento idrico per l'abbeverata del bestiame, soprattutto in situazioni di siccità. Questi saranno pertanto recintati, lasciando la possibilità di accesso pedonale, allo scopo di prevenire l'accesso del bestiame, il cui calpestio e le cui deiezioni generano impaludamento ed eutrofizzazione delle acque e causano la diffusione di infezioni intestinali tra il bestiame stesso. I laghetti, così delimitati da leggeri recinti elettrificati, saranno sostituiti, nella loro funzione di approvvigionamento idrico, da altrettanti fontanili situati nei pressi, da realizzare ex novo o da ristrutturare e ampliare, alimentati con l'acqua prelevata dagli stessi laghetti tramite sistemi di pompaggio ad energia fotovoltaica.
Gli interventi di adeguamento dei fontanili esistenti, individuati sulla base dei dati raccolti dai veterinari nel corso delle visite di monitoraggio preliminari, tenderanno al recupero della piena funzionalità degli abbeveratoi di Fonte Nizzola, Le Fòntari, Montecristo e Le Locce, allo scopo di ottenere una distribuzione quanto più razionale e soddisfacente dei punti di abbeverata indispensabili per l'allevamento estensivo. Da tali interventi, già fatti oggetto di condivisione nell'ambito del processo partecipativo appena avviato, il progetto si aspetta di contribuire a mitigare l'annoso problema dell'approvvigionamento idrico per gli allevamenti in quota e che gli effetti migliorativi delle azioni di "Praterie" possano iniziare a percepirsi fin dalla prossima estate.

Inoltre, constatata la diffusa richiesta da parte degli allevatori di interventi di questo tipo,  l'Ente Parco verificherà nei prossimi mesi la possibilità di reperire ulteriori risorse da dedicare ad interventi di recupero dei fontanili e di ripristino della viabilità di accesso agli stessi, nell'ottica di una migliore conservazione degli habitat delle praterie
 
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