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Home » News » » » » » N. 1 Gennaio 2014

Gli allevatori come presidi sul territorio

Il progetto getta le basi per rafforzare l’alleanza tra Parco e territorio

Una delle azioni principali di "Praterie" comporta l'analisi e la valutazione delle problematiche gestionali dell'allevamento. Tale azione, realizzata grazie all'impiego di veterinari che integrano le competenze professionali dello stesso Ente Parco, è stata effettuata preliminarmente attraverso visite di monitoraggio, con somministrazione di schede di censimento, che hanno interessato 113 aziende zootecniche, a fronte delle 100 prefissate. Le visite hanno consentito di raccogliere un corpus di dati utili per quanto attiene alla composizione, alla tipologia e alla distribuzione delle aziende nell'area di progetto, alle modalità di conduzione degli allevamenti e ai fabbisogni emersi  per quanto attiene, tra l'altro, ai punti d'abbeverata, informazioni, cioè, che permetteranno di valutare specifiche criticità gestionali con l'intento di fornire suggerimenti adeguati per affrontarle e migliorarle.

La conoscenza di tali fabbisogni costituisce per il Parco non soltanto un'esperienza conoscitiva di alto valore culturale ed etico, oltre che la base per programmare iniziative di assistenza, orientamento e adeguamento strutturale, ma anche uno strumento per rafforzare quell'alleanza che, nel quadro del processo di partecipazione avviato con gli attori locali, fa degli imprenditori zootecnici, a tutti gli effetti, dei presidi sul territorio, garanti della conservazione dei pascoli, della vitalità socio-economica delle aree montane e fautori di una cruciale resistenza allo spopolamento e all'abbandono delle attività produttive tradizionali della montagna.

Contestualmente, la disseminazione di buone pratiche di conduzione, atte a migliorare gli aspetti sanitari e la gestione complessiva degli allevamenti, la donazione di recinzioni per bovini, ai fini della prevenzione di fenomeni di predazione sui pascoli in quota, la distribuzione di cani da guardiania e l'affidamento del materiale necessario per la costruzione in autonomia di strutture sostenibili di protezione del bestiame sui pascoli montani, hanno il merito di consolidare il dialogo avviato, accrescendo le possibilità di successo dell'Ente Parco nella mitigazione del conflitto tra le attività zootecniche e gli interessi collettivi di conservazione.

A tal fine, è da avvalorare anche la sperimentazione, positivamente condotta grazie alla collaborazione di alcuni allevatori e in vista di un prossimo affidamento gratuito su più ampia scala, di innovative tendostrutture mobili per il ricovero degli agnelli in quota, quale azione volta ad incrementare il benessere animale, migliorare le condizioni di vita dei pastori, favorire il pascolo anche nelle zone più remote, destagionalizzare le produzioni e, ancora una volta, aumentare la disponibilità degli imprenditori zootecnici a collaborare con il progetto, facendosi carico, con il Parco, di una sostanziale corresponsabilità nella conservazione degli habitat.
 
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